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Come fare per ottenere un risarcimento danni

Nella vita di tutti i giorni è possibile subire danni da parte di terzi, sia alla propria persona sia alle proprie cose. Ci sono delle fattispecie che consentono al danneggiato di ricevere un risarcimento per il danno subito. Ovviamente, le procedure per ricevere un risarcimento danni variano a seconda del danno e del comportamento che è stato messo in atto nei confronti del danneggiato.

Chi può richiedere il risarcimento danni

Quando si parla di risarcimento danni bisogna distinguere i soggetti che hanno diritto a richiederlo:

  • coloro che abbiano subito un “danno ingiusto” cioè un danno ricevuto come conseguenza di un comportamento vietato dalla legge o non giustificabile;
  • coloro che riescano a provare che verso di loro si sia verificato un danno e quindi dimostrino l’esistenza del proprio diritto: infatti, anche se c’è un danno ingiusto ma manchino le prove del fatto, non si avrà diritto al risarcimento;
  • coloro che siano titolari del diritto leso o, in caso di decesso, gli eredi.

Tuttavia, il diritto al risarcimento può essere ceduto solo quando si tratta di diritti patrimoniali.

I danni che possono essere risarciti

Quando una persona subisce un danno, in genere si fa riferimento a due tipi di danni:

  • quelli che derivano da contratti e sono conseguenza di un inadempimento o di un adempimento ritardato. In questi casi, il termine di prescrizione è di 10 anni e la persona che vuole ricevere il risarcimento danni dovrà, per far valere il proprio diritto, dimostrare l’esistenza del contratto e l’inadempimento;
  • quelli che derivano da atto illecito e, quindi, quelli che non derivano da un rapporto contrattuale (alcuni esempi sono la diffamazione oppure un incidente stradale). In questi casi, il termine di prescrizione è di 5 anni.

Come chiedere il risarcimento danni

In primo luogo, affinché si possa chiedere un risarcimento danni, è fondamentale dimostrare:

  • il fatto illecito compiuto;
  • il danno subito;
  • il rapporto di causalità, cioè bisogna provare che il danno sia conseguenza diretta ed immediata del comportamento illecito.

Comunque, sono previsti casi in cui il risarcimento del danno può spettare anche se manca il fatto illecito da parte di terzi: si tratta dei casi di responsabilità oggettiva.

Ad ogni modo, quando si subisce un danno, in genere è meglio cercare una riconciliazione amichevole, magari con una lettera di diffida.

Soltanto in caso di silenzio o diniego, citare la controparte davanti a un giudice, ovviamente munendosi delle opportune prove per mettere in luce la colpevolezza dell’altro e l’esistenza effettiva del danno.

Si configura così un processo civile in cui il danneggiato può richiedere il ripristino del proprio diritto (se possibile) oppure il risarcimento monetario.

L’ammontare del risarcimento dipende dall’entità del danno che può essere patrimoniale o non patrimoniale.

Nel primo caso, si fa riferimento a tutte le spese che sono state sopportate a causa del comportamento illecito altrui (danno emergente) oppure nel mancato guadagno sopportato per via del fatto illecito (lucro cessante).

Il danno patrimoniale, invece, è quello che fa riferimento sia alla sofferenza e al dolore derivante dal comportamento illecito sia alle conseguenze che derivano dal fatto.

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