Cucina

Penne lisce: la rivincita del formato di pasta meno amato

Tutti ci ricordiamo i pacchetti di penne lisce solitarie sugli scaffali nel periodo della pandemia; tutti accorrevano a fare scorte alimentari al supermercato facendo incetta di prodotti come olio e pasta, ciononostante le penne lisce venivano snobbate e restavano lì. Anche chi aveva deciso di riempire il carrello come se stesse per arrivare una carestia con tutto quello che era commestibile, lasciava le penne lisce che però ora hanno stanno vivendo una nuova primavera.

Infatti, il loro destino è cambiato e ad oggi è uno dei formati di pasta più venduti in Italia e richiesti alla distribuzione alimentare Roma, contrariamente alle penne rigate che da decenni conquistano il secondo posto nell’indice di gradimento dei formati di pasta delle famiglie italiane.

L’origine delle penne lisce

In realtà, bisogna sapere che le penne rigate nascono dopo quelle lisce soprattutto per l’importazione. Era un sistema utilizzato non per raccogliere meglio il sugo, come molti millantano, ma piuttosto per nascondere difetti e imperfezioni.

La penna perfettamente liscia recentemente ha spento i 150 candeline poiché è nata nel 1865 dopo che un pastaio genovese inventò una macchina per la pasta con taglio diagonale. La pasta tagliata le estremità della pasta risultavano quindi più oblique e appuntite grazie a questo macchinario nuovo richiamando alla memoria i pennini utilizzati per la scrittura e da qui deriva il loro nome.

La penna liscia sta tornando prepotente anche nella ristorazione sebbene un tempo era un prodotto legato piuttosto alle cucine di casale nuove proposte vanno a suscitare maggiore curiosità negli chef che si mettono volentieri alla prova.

I formati di pasta insoliti

I formati di pasta non sono solo spaghetti e mezze penne ma ne esiste un numero inimmaginabile. Reginette, rotelle, radiatori, fisarmoniche, conchiglie, riccioli, caserecce, gemelli, creste di gallo, castellane: una miriade di formati, tutti da riscoprire!

La maggior parte di loro ha un’origine regionale ben precisa che oggi anche la grande ristorazione che fa riferimento alla distribuzione alimentare Roma sta riscoprendo. Sono formati di pasta che possono sembrare insoliti ma la loro forma è pensata per accompagnarsi a un determinato sugo, anche esso frutto della tradizione regionale. Sono ricette delle nonne che ancora oggi si dilettano e passano il tempo a fare le orecchiette, come capita di vedere ancora passeggiando nei vicoli pugliesi. Non è infatti è raro trovare un tavolino in strada dove l’aria è più fresca rispetto all’interno pieni di orecchiette fatte con la pasta fresca stese su un canovaccio ad asciugare.

Lo stesso per i garganelli che richiedono un processo piuttosto lungo per arrotolare ogni singolo pezzo di pasta intorno a un specifico strumento che sembra un ferretto. Gli spaghetti alla chitarra non fanno eccezione, diventando una tradizione familiare tramandata nel tempo arrivata fino ad oggi, momento storico in cui tutto ciò è considerato un vero e proprio tesoro.

I segreti per cucinare le penne lisce

Dopo aver parlato brevemente della storia delle penne lisce e deformati snobbati ma ora ritornati in auge nella ristorazione e distribuzione alimentare Roma, vediamo quali sono i segreti per cucinare correttamente le penne lisce. Rispetto ad altri formati di pasta più facili da cucinare nella vita di tutti i giorni, le penne lisce hanno bisogno di una fase di risottatura. Vale a dire che per completare la cultura delle penne senza le rigature, occorre trasferirle dalla pentola di acqua calda bollente in cui hanno sono rimaste per più della metà del tempo di cottura, in un nel tegame con il sugo.

In altre parole, le penne si scolano prima e si finiscono di cucinare all’interno della pentola dove è stato preparato il sugo. A tal proposito, l’intingolo deve essere appunto sugoso e vellutato. Generalmente, le penne lisce sono condite con un sugo al pomodoro arricchito di volta in volta di quello che si desidera.

Una ricetta per le penne lisce

Una semplice ricetta potrebbe essere delle penne lisce al pomodoro, selezionando con attenzione solo pomodori freschi di stagione ben maturi, cotti in una noce di burro di una piccola malga, origano o basilico fresco, selezionando le foglie più giovani, e una spolverata di formaggio, parmigiano o pecorino che si voglia, ad alta stagionatura che sappia dare la giusta nota di sapidità al piatto.  

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