Salute

Coronavirus: come ridurre i rischi di contagio

L’emergenza coronavirus non può essere assolutamente smentita, dati soprattutto i numeri che ogni giorno è possibile osservare a seguito delle dichiarazioni della Protezione Civile e del Commissario straordinario di governo Angelo Borrelli. Al di là di tutti quelli che possono essere i numeri precisamente legati al contesto del coronavirus, è fondamentale adottare una serie di misure di sicurezza che possono portare a ridurre i rischi del contagio, in modo da scongiurare quanto più possibile la possibilità che si possa essere contagiati da questa epidemia che ormai ha una rilevanza mondiale. Se inizialmente, in una storia che aveva coinvolto in un primo momento soltanto la Cina e tutte le regioni ad essa connesse, non c’è stata una grande attenzione mediatica dal punto di vista mondiale in merito alla tematica del coronavirus, l’Italia a poco a poco ha superato la Cina stessa per numero di contagi, iniziando a rappresentare l’epicentro di una epidemia mondiale che si è diffusa in Europa e che ha raggiunto anche gli Stati Uniti.

Al di là di tutte quelle misure di sicurezza che sono state adottate dai governi nazionali e internazionali, è opportuno seguire una serie di direttive che portino tutte le persone a cercare di comportarsi in un determinato modo e secondo un certo rispetto di norme sociali diffuse che possono, dunque, ridurre il contagio quanto più possibile. È ovvio che, allo stesso tempo, queste norme sociali debbano essere accompagnate da decisioni governative che possono portare alla sospensione di attività lavorative o altre dinamiche di assembramento, che sono quelle in cui il contagio risulta essere più facilmente fertile.

Come ridurre i rischi di contagio da Coronavirus

I consigli, che sono stati dettati nel corso del tempo e che ormai rappresentano un vero e proprio mantra da seguire per tutti coloro che vogliono quanto più possibile ridurre i rischi del contagio, sono stati dati da diverse case farmaceutiche o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS, che ha fornito una serie di direttive da adottare sia da parte dei singoli cittadini, sia da parte di tutti quegli ospedali e quelle cliniche che si occupano della gestione dei pazienti e dei casi di virus che possono portare ad un ricorso alla terapia intensiva. In un momento particolare della storia in cui non si è pronti ad affrontare un’emergenza sanitaria globale e in cui, soprattutto, non si dispone ancora di un vaccino, è fondamentale che tutte le norme personali si realizzino attraverso una serie di direttive personali da seguire.

Tra queste c’è innanzitutto quella che porta a lavarsi le mani accuratamente, per almeno 20 secondi. Si tratta di una norma igienica sanitaria basica che deve essere rispettata da tutti coloro che vogliono in qualche modo scongiurare quanto più possibile il rischio di contagio, che avviene non soltanto attraverso le goccioline di saliva ma anche attraverso il contatto. Per evitare che le mani vengono poi a contatto con occhi, naso e bocca e che diffondono il virus attraverso il contatto stesso, e incredibilmente fondamentale lavarsi accuratamente le mani con sapone o gel a base di alcool, come Amuchina.

Tra gli altri consigli ci sono quelli di consumare cibo ben cotto, bere acqua in bottiglia, evitare luoghi in cui si presentino assembramenti, stare a stretto contatto con persone che presentano dei sintomi come tosse, dispnea o febbre e, soprattutto, coprirsi naso e bocca con mascherina quando si è costretti a uscire di casa per le emergenze. Le prime norme sanitarie che sono state prese in considerazione e che caratterizzavano una sorta di obbligo morale per tutti i cittadini che volevano evitare il contagio, sono diventate norme nazionali a seguito dei decreti che hanno portato alla diffusione di informazioni sanitarie necessarie, e che rispondono al motto di restare a casa e non uscire assolutamente se non era appurato esigenze, come quelle di sussistenza, di cure mediche o sanità e di altre emergenze accertate.

I suggerimenti dell’OMS agli ospedali

L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha rilasciato anche importanti dichiarazioni in merito a quelli che sono i consigli che devono essere adottati dagli ospedali, dalle cliniche e da tanti altri mezzi di aggregazione sanitaria che potrebbero portare ad assembramenti di persone piuttosto pericolosi data l’emergenza coronavirus. Come tutti sanno, per evitare che ci sia una diffusione del virus da parte delle persone infette, è fondamentale non recarsi volontariamente al pronto soccorso o in ospedale, ma chiamare il proprio medico curante o i numeri che sono stati diffusi in merito all’emergenza coronavirus, per effettuare un tampone in presenza di sintomi.

La maggior parte degli ospedali si è attrezzata con tende in cui possibile visitare i pazienti che presentano dei sintomi di coronavirus, in modo da non diffondere questo stesso virus a tutti gli altri pazienti che si trovano naturalmente all’interno degli ospedali per altre visite o malattie. Insomma, lo stretto contatto con il malato non deve avvenire in alcun caso, neanche da parte di parenti o cari che, dunque, non hanno la possibilità di visitare malati qualora si trovino in ospedale, in terapia intensiva o subintensiva. Tutto il personale medico è obbligato ad indossare mascherina e guanti e potrà accedere ai reparti specifici solo in presenza di queste condizioni basiche. Tutta l’attrezzatura di cui si servono medici e infermieri è da considerarsi usa-e-getta e, quotidianamente, deve esserci un ricambio della stessa.

Fonte: Kontrokultura.it

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