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Bologna e i suoi misteri: alla ricerca dei sette segreti cittadini

Bologna è una città affascinante e suggestiva, che nasconde tra le vie del centro sette "segreti": scopriamoli insieme in un interessante viaggio tra il folklore e la storia della città.

Che voi siate bolognesi doc, felsinei d’adozione o che stiate ancora cercando casa nella bellissima Bologna, potete affermare con assoluta certezza di conoscere ogni angolo e ogni segreto de “la Dotta”? Il capoluogo è già famoso in tutto il mondo per la sua straordinaria (e grassa) gastronomia, per essere sede della prima università europea e per altre indiscutibili eccellenze. Lasciamo, però, da parte tutti questi motivi di fama e addentriamoci nel folklore e nella storia della città, che è ricca di leggende e misteri. In questo articolo vi sveleremo i 7 segreti di Bologna: una sorta di piccolo test di conoscenza per i bolognesi e un interessante itinerario per chi intende visitare la città, ma anche per chi vi ha appena preso casa.

1) Le frecce sul soffitto

Tra le altre cose, Bologna è conosciuta per i suoi lunghissimi e architettonicamente ineguagliabili portici, che costeggiano le vie principali della città. Pensate che nessuna metropoli al mondo può vantare un intricato labirinto di portici più lungo di quelli bolognesi: solo nel centro storico si possono percorre per oltre 38 km!

In pochi però sanno che, alzando lo sguardo lungo Strada Maggiore, all’altezza dell’ingresso di Corte Isolani, si possono ammirare, conficcate sull’alto soffitto in legno, ben tre frecce. La leggenda narra che tre briganti, seriamente intenzionati a trafiggere un ricco bolognese, furono distratti da una bella fanciulla che posava senza veli ad una finestra dall’altra parte della strada: i tre lussuriosi sbagliarono mira e le frecce colpirono il soffitto del portico, nell’esatto punto in cui si trovano ancora oggi.

2) Le strane vie del suono

Passando sotto il voltone di Palazzo del Podestà vi troverete davanti una scena decisamente inusuale: nei 4 angoli sotto la torre dell’Arengo vedrete persone di spalle concentrare a parlare al muro. Non sono pazze, né in castigo: la volta, infatti, è stata pensata ed edificata in modo tale che, i suoni emessi in un angolo, fossero distintamente udibili in quello opposto, ma solo in quel preciso punto. Il motivo è presto detto: questo discreto stratagemma di comunicazione a distanza si usava in epoca medievale per far confessare i lebbrosi, ma senza dovergli stare vicino, senza dunque che preti e confessori rischiassero il contagio!

3) “Il pane è vita, il vino è allegria, la cannabis è protezione”

Bologna, canabis protectio

No, non è uno slogan per la liberalizzazione della cannabis a Bologna. Semplicemente è la traduzione del detto latino “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”, molto in voga, in epoca medievale, a Bologna. La scritta si trova incisa sotto la Torre Scappi, sulla volta del Canton de’ Fiori, all’incrocio tra via Indipendenza e via Rizzoli. Il motivo di questa frase risiede nel fatto, storicamente appurato, che lo sviluppo e la ricchezza di Bologna debbano molto, tra le altre cose, alla coltivazione della canapa, un tempo assai proficua.

4) Venezia a Bologna

Bologna è una città da cartolina, questo è indubbio. Ma se mai ci fosse stato bisogno di una ulteriore immagine da copertina, nella città delle due torri è anche possibile fare un salto nella laguna veneziana. È infatti sufficiente recarsi in via Piella, una delle tante traverse di via Augusto Righi, e cercare una piccola finestrella (oggi, purtroppo, circondata da graffiti rappresentanti cuori e frasi d’amore, lascito dei tanti romanticoni che passano di lì): essa si affaccia su uno dei tanti e spesso segreti canali bolognesi che, ancora dopo il XIII secolo, venivano solcati da imbarcazioni mercantili. Oggi, ovviamente inutilizzato, è diventato uno degli scorci più suggestivi della città.

5) Il vaso rotto sulla Torre degli Asinelli

Chi vive a Bologna (ma anche chi non ci vive), dovrebbe salire almeno una volta nella vita sulla Torre degli Asinelli: ovviamente non gli studenti universitari! La leggenda, infatti, narra che essi possano salirci solo una volta laureati: sulla torre, infatti, proprio in cima, vi sarebbe un vaso rotto, che starebbe a simboleggiare, sempre secondo la leggenda, le buone qualità di Bologna nella risoluzione dei problemi e che dunque sarebbe di buon auspicio per i neolaureti in vista del loro prossimo inserimento nel mondo del lavoro. Dunque non vi resta che scalare la torre e scoprire da soli se il vaso esiste davvero o è solo una leggenda.

6) Lo scandalo del Nettuno

Nettuno

Sì, stiamo parlando proprio della Statua del Nettuno, troneggiante sulla fontana al centro della piazza a cui dà il nome: tutti la conoscono, in pochi ne sanno la storia. Il Dio, certo, è raffigurato completamente nudo, ma nulla di scandaloso, considerando che al tempo della sua creazione era la normalità raffigurare Dei ed Eroi senza veli. Cos’ha, dunque, di vergognoso il Nettuno? La leggenda narra che il suo scultore, il Gianbologna, lo volesse con misure genitali decisamente più generose, ma che la Chiesa glielo proibì.

In tutta risposta lo scultore decise di modificare leggermente il disegno iniziale del Nettuno, modificando in particolare la posa della mano sinistra. Posizionatevi ora sulla famosa pietra “della vergogna”, una pietra pavimentale riconoscibile perché di colore più scuro davanti alla biblioteca Salaborsa: da questa, si avrà una prospettiva del Nettuno del tutto particolare. Il pollice teso della sua mano sinistra (particolarmente lungo a dir la verità), infatti, spunta direttamente dal suo basso ventre ed è impossibile non pensare al fatto che assomiglia drammaticamente e scandalosamente ad un fallo in piena erezione!

7) Qualcuno mi sta osservando

Se state passeggiando attraverso piazza Santo Stefano a Bologna, può essere che abbiate provato la sgradevole sensazione di essere osservati. Non state diventando paranoici, tranquilli, questa impressione è probabilmente dovuta al sarcastico sguardo che la testa di un satiro, magistralmente scolpito su uno dei muri che circonda la piazza, rivolge ad ogni passante: sorridete al suo sorriso canzonatore e tutto passerà come per magia.

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