Società

Come vendere integratori online nel 2022

Al giorno d’oggi, gli integratori alimentari rappresentano un valido aiuto per il benessere dell’organismo. Dai prodotti per il dimagrimento ai nutraceutici, passando per le formulazioni utilizzate dagli sportivi: il mercato pullula di soluzioni in grado di migliorare le performance e supportare le funzioni vitali.

Cresce la domanda dei consumatori, e di conseguenza anche la vendita online di integratori. È necessario, però, che le aziende produttrici rispettino i requisiti di sicurezza. Ecco perché è alta l’allerta da parte delle autorità.

Vendita di Integratori: normativa e requisiti

Prima di cimentarsi nella vendita di integratori online, è opportuno conoscere bene la normativa di base. Innanzitutto, in Italia è possibile commercializzare la propria linea di prodotti solo previa notifica presentata al Ministero della Salute da parte dell’OSA, l’operatore del settore alimentare responsabile della sicurezza. Se, però, l’integratore è stato prodotto in un Paese esterno all’Unione Europea, la vendita su siti web aziendali, piattaforme online ed e-commerce, è consentita solo dopo 90 giorni dall’inoltro della notifica al Ministero.

Per quanto riguarda le informazioni salutistiche e nutrizionali relative alle sostanze impiegate, serve l’approvazione dei regolamenti europei. Bisogna rifarsi, invece, alle norme locali se si tratta di sostanze per cui non esistono decisioni in merito ai claim a livello europeo. Per i botanical, ad esempio, in Italia si fa riferimento agli effetti fisiologici riportati all’interno del Decreto con la lista delle piante il cui uso è consentito negli integratori alimentari.

Vi sono anche diverse norme riguardanti l’etichettatura: le aziende, infatti, devono comunicare in maniera chiara ingredienti e finalità dei prodotti, ribadendo che gli integratori non servono a curare malattie, ma coadiuvano la normale dieta e sono indicati per il miglioramento dello stato di salute.

Inoltre, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, la cosiddetta EFSA, ha commissionato lo Studio Eurobarometro in tutti i Paesi membri dell’UE, Regno Unito compreso, e in cinque Stati in preadesione (Montenegro, Albania, Serbia, Turchia e Macedonia settentrionale), i quali hanno dimostrato interesse verso alcune tematiche come la sicurezza alimentare, la fiducia nelle fonti di informazione e la consapevolezza del rischio.

Vigilanza Alimentare

La vigilanza sulla sicurezza alimentare degli integratori è in mano alle autorità europee che possono avvalersi della RASFF, una sorta di rete che funziona come un sistema rapido di allerta utilizzato per notificare in tempo reale rischi diretti e indiretti legati al consumo di alimenti o sostanze. L’intento è adottare misure utili a tutelare la salute umana e a rispettare l’ambiente.

In Italia, i controlli sono particolarmente serrati. Ministero della Salute e NAS monitorano tutte le fasi: dalla produzione alla trasformazione dei prodotti, dalla distribuzione al magazzinaggio, dal trasporto alla vendita e al consumo di alimenti e bevande, con attenzione all’utilizzo di additivi. Ogni giorno, inoltre, sul portale del Ministero, vengono pubblicati avvisi di sicurezza riguardanti anche gli integratori alimentari e le informazioni di vigilanza.

Per tutelare maggiormente i consumatori, poi, è stato istituito un decalogo di suggerimenti per l’uso consapevole degli integratori, che sottolinea l’importanza di leggere i foglietti illustrativi e sospendere l’assunzione in caso di effetti indesiderati.

Rivendita o creazione di un brand proprio?

Per vendere online integratori alimentari si possono seguire due strade: diventare rivenditori o creare un brand proprio. Il modello di vendita al dettaglio, in primo luogo, consiste nell’acquistare gli integratori presso un produttore o un grossista, e incrementare il prezzo di vendita per ottenere un profitto. In questo caso, occorre disporre anche di un ampio magazzino per conservare i prodotti.

La tendenza più diffusa, però, è quella di ideare e produrre una propria linea di integratori affidandosi, all’occorrenza, ad aziende terziste, come i Laboratori di produzione Biosalts srl, che aiutano le piccole-medie imprese nella scelta di nome, logo e veste grafica, nella registrazione del marchio, nella selezione delle materie prime, nella composizione della formulazione, e nel controllo di dosi e ingredienti riportati in etichetta, in attesa di ricevere la notifica da parte del Ministero della Salute. Spesso, le start-up hanno anche la possibilità di produrre in piccoli lotti, risparmiando così tempo e denaro. 

L’opportunità Amazon per le start-up di Integratori

La vendita di integratori online può avvenire mediante siti e-commerce o marketplace. In quest’ultimo caso, Amazon (sia su seller che sul nuovo business) rappresenta una grande opportunità per le aziende che intendono gettarsi a capofitto nel settore dell’integrazione, e raggiungere un pubblico molto più vasto.

Ma prima di avviare il commercio di supplementi integrativi su Amazon, occorre adeguarsi alle normative nazionali ed europee, e tenere conto dei requisiti richiesti nei Paesi a cui è destinata la vendita.

Requisiti per la vendita sui marketplace Europei

Per vendere integratori alimentari su Amazon, è necessario inviare al marketplace una documentazione comprendente il numero ASIN, usato per identificare ogni singolo prodotto. Questo dev’essere registrato alla banca dati degli integratori resa nota dall’autorità locale. Basta inoltrare uno screenshot o una prova di invio, ricezione e notifica di pre-commercializzazione, così come previsto dalla normativa di Italia, Francia, Germania, Spagna, Polonia e Turchia.

Se gli ASIN non dovessero essere presenti all’interno del database, bisogna contattare l’azienda responsabile della notifica di pre-commercializzazione per ricevere la documentazione mancante. Attenzione, però: solo il titolare del marchio, il produttore o l’importatore dell’Unione Europea possono registrare gli ASIN presso le autorità locali.

Per ciò che concerne l’etichettatura, è doveroso includere le seguenti informazioni:

  • denominazione di “integratore alimentare”;
  • nomi delle categorie di sostanze con effetto fisiologico e/o nutrizionale;
  • dose consigliata per l’assunzione giornaliera;
  • avvertenza a non eccedere con le quantità;
  • quantità di ingredienti in forma numerica e per porzioni giornaliere;
  • indicazioni su minerali e vitamine espresse in percentuale così come riportati nel Regolamento riguardante la fornitura di dati su alimenti e consumo;
  • dicitura secondo la quale gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variegata e devono essere tenuti fuori dalla portata dei bambini.

Infine, è doveroso elencare tutti gli ingredienti previsti dalla formulazione. Amazon esclude dalla vendita i prodotti contenenti sostanze non autorizzate, come i novel food, realizzati secondo nuove tecnologie e spesso non approvati dalla legislazione europea. I produttori, in ogni caso, devono rispettare i massimi livelli di sicurezza alimentare relativi all’apporto di vitamine, minerali e altri ingredienti per singolo individuo, così come stabilito dalla valutazione scientifica dei rischi.

Conclusioni

Sia che ci si affidi a un’azienda produttrice conto terzi, sia che si decida di vendere integratori online su e-commerce e marketplace, non basta disporre di un magazzino e prodotti a sufficienza.

È bene conoscere nel dettaglio requisiti e normative nazionali ed europee che regolano produzione e commercio di beni destinati all’integrazione. Si può ricorrere anche alla consulenza di professionisti ed esperti del settore alimentare in grado di aiutare le imprese a predisporre un sistema di vigilanza interno per tenere sotto controllo aggiornamenti e novità relative al mondo degli integratori.

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